Accettazione
Accettare qualcosa che va oltre il nostro controllo è sempre difficile… forse perché il controllo è un’illusione, e quando è impossibile aggirare questa convinzione, e l’unica cosa che si può fare è interfacciarsi con la verità, diventa una rivelazione sofferente.
Accettare che il passato rimarrà tale, non è stato difficile, accettare che nel presente tu non esisti più, si.
La cosa più difficile che ho dovuto accettare è che sono cambiata in conseguenza alla tua assenza: accettare che ora il senso di solitudine scaturente dall’incomprensione altrui, quando tu riuscivi a farlo così bene, è diventato parte della mia vita, mi ha abbattuta, e in certi momenti questo disagio si fa sentire con più intensità.
Accettare che ho sbagliato mi ha provocato tanta vergogna, motivo per il quale non sono più riuscita a tornare.
Accettare che dovevo andare avanti mi ha causato tristezza, perché sono ancora legata a quel rapporto che ancora non riesco a descrivere.
Ho perso qualcosa alla fine, e seppur sia andata avanti, nonostante abbia dovuto evolvermi, non sono completamente felice.
Ho una vastità di pensieri e emozioni dentro di me, che trattengo celati dietro ai miei occhi, perché non voglio che l’emotività sovrasti la razionalità che mi sta facendo progredire a livello “professionale” e anche se, il senso di appagamento che lo studio di argomenti più intellettuali mi dà, esistenzialmente mi sento povera.
In quei momenti baleni nei miei pensieri, e mi chiedo tante cose; domande le cui ipotesi non servono e le cui risposte non possono pervenire.
La vita è una cosa meravigliosa e strana, e una cosa non esclude l’altra alla fine; benché amassi dire che poi un senso non debba per forza esserci, sono vittima della mia stessa ipocrisia nel dire che lo stia cercando, perché dare significato alle cose fa parte della natura umana, ma soprattuto perché così il tempo speso, avrà sempre un certo valore, uno scopo e un insegnamento, anche se per codardia forse non riesco a coglierlo.
Accettare qualcosa è sempre difficile, specie se siamo noi la causa per la quale si debba accettare quel qualcosa.
Accettare che il passato rimarrà tale, non è stato difficile, accettare che nel presente tu non esisti più, si.
La cosa più difficile che ho dovuto accettare è che sono cambiata in conseguenza alla tua assenza: accettare che ora il senso di solitudine scaturente dall’incomprensione altrui, quando tu riuscivi a farlo così bene, è diventato parte della mia vita, mi ha abbattuta, e in certi momenti questo disagio si fa sentire con più intensità.
Accettare che ho sbagliato mi ha provocato tanta vergogna, motivo per il quale non sono più riuscita a tornare.
Accettare che dovevo andare avanti mi ha causato tristezza, perché sono ancora legata a quel rapporto che ancora non riesco a descrivere.
Ho perso qualcosa alla fine, e seppur sia andata avanti, nonostante abbia dovuto evolvermi, non sono completamente felice.
Ho una vastità di pensieri e emozioni dentro di me, che trattengo celati dietro ai miei occhi, perché non voglio che l’emotività sovrasti la razionalità che mi sta facendo progredire a livello “professionale” e anche se, il senso di appagamento che lo studio di argomenti più intellettuali mi dà, esistenzialmente mi sento povera.
In quei momenti baleni nei miei pensieri, e mi chiedo tante cose; domande le cui ipotesi non servono e le cui risposte non possono pervenire.
La vita è una cosa meravigliosa e strana, e una cosa non esclude l’altra alla fine; benché amassi dire che poi un senso non debba per forza esserci, sono vittima della mia stessa ipocrisia nel dire che lo stia cercando, perché dare significato alle cose fa parte della natura umana, ma soprattuto perché così il tempo speso, avrà sempre un certo valore, uno scopo e un insegnamento, anche se per codardia forse non riesco a coglierlo.
Accettare qualcosa è sempre difficile, specie se siamo noi la causa per la quale si debba accettare quel qualcosa.