Breve viaggio
A volte il silenzio rivela più di mille parole, a volte non contano le azioni, ma cosa celano nell’ombra: la natura e la fragilità di un pensiero, il rammarico di certi eventi e il senso di abbandono che ne consegue.
A volte percorriamo una strada comune, guardando dal finestrino un passeggero che come noi vive di sconforti, di solitudine, e sorridiamo per la casualità degli eventi, solo per scoprire che alla prima svolta, si procederà poi su due strade diametralmente opposte.
Ci si guarderà reciprocamente, brevemente, indietro, per il senso di nostalgia, per l’amarezza di quel ritorno a fissare il vuoto, ma solo per un breve momento di quel lungo viaggio; tentenneremo, per essere catturati poi dal paesaggio, dalla velocità, e alcuni tratti di strada diventeranno irrilevanti, e solo brevi segmenti nella storia della nostra vita.
Ho cercato un senso più profondo senza trovarlo, allora ho smesso di cercare; ho provato ad ascoltare, senza riuscire a sentire e ho provato a vedere i riflessi di ciò che ho voluto, dentro di me, senza più trovarli, senza poi rivedermici, così ho iniziato a guardare oltre.
Oltre il dolore, oltre il dubbio, oltre il desiderio non c’è più nulla di fertile su questa strada, solo un senso di abbandono e desolazione, un profondo imbarazzo per l’ottimismo speso, e la convinzione di quanto la speranza a volte debba essere soppressa, per evitare poi di vivere aspirazioni velleitarie.
A volte percorriamo una strada comune, guardando dal finestrino un passeggero che come noi vive di sconforti, di solitudine, e sorridiamo per la casualità degli eventi, solo per scoprire che alla prima svolta, si procederà poi su due strade diametralmente opposte.
Ci si guarderà reciprocamente, brevemente, indietro, per il senso di nostalgia, per l’amarezza di quel ritorno a fissare il vuoto, ma solo per un breve momento di quel lungo viaggio; tentenneremo, per essere catturati poi dal paesaggio, dalla velocità, e alcuni tratti di strada diventeranno irrilevanti, e solo brevi segmenti nella storia della nostra vita.
Ho cercato un senso più profondo senza trovarlo, allora ho smesso di cercare; ho provato ad ascoltare, senza riuscire a sentire e ho provato a vedere i riflessi di ciò che ho voluto, dentro di me, senza più trovarli, senza poi rivedermici, così ho iniziato a guardare oltre.
Oltre il dolore, oltre il dubbio, oltre il desiderio non c’è più nulla di fertile su questa strada, solo un senso di abbandono e desolazione, un profondo imbarazzo per l’ottimismo speso, e la convinzione di quanto la speranza a volte debba essere soppressa, per evitare poi di vivere aspirazioni velleitarie.
Non sono delusa, ne arrabbiata, non sento più dolore, ma solo un senso di serenità, perché alla fine, più mi addentro nel mondo, più le mie filosofie trovano crediti, e trovano conferme, e alla fine di tutto ottengo sempre qualcosa: l’esperienza data dal manifestarsi di certi eventi, fattualità che rinforzano le mie tesi, e in caso contrario qualcuno che evolva il mio punto di vista, vincere a volte è solo una questione di propensione, di atteggiamento, nei confronti della casualità della vita.
Penso che la scelta più saggia sia tornare, con la consapevolezza di questo breve viaggio, a una vita solitaria; senza più interferire con chi, come me, a volte guarda fuori dal finestrino, con lo sguardo spento, alla ricerca di qualcuno, che sappia illuminare il buio di una galleria, o il freddo di un passo, sono il mio stesso sconforto.