Dove si posa lo sguardo, quando l’imbrunire scende, il nero pece si accende e il cuore s’arrende. Dov’è che il tacito animo riposa, l’ermo sentimento svanisce e la mera falce inasprisce le poveri genti. Dove sono i vinti e i vincitori, e dove gli artefici del destino tessono le disgrazie delle anime perse. Dov’è che il mondo finisce, i confini s’apprestano al nulla e la nebbia affabile trae in inganno il viandante sperduto. Dove si trova la pace ? Dove lo sguardo può scorgere il crepuscolo e il nuovo inizio del tempo? Dov’è che la vita comincia, e da la forza per crescere, e dove l’ombra svanisce e si raccolgono luci. Dove, e io li andrò. Dove la neve custodisce segreti, e dove il sole tempra il cuore del mondo. Dov’è che il tempo ferma ogni cosa, e si vede di più di quello che c’è. Dove il corpo sanguina e la vita riparte, dove la morte abbraccia un altra vita, dove il dono che si presta all’utilità e finisce il compito. Dov’è che il saggio veglia sulle giovani menti e dove la madre protegge la prole. Dove, e io li andrò. Quando la rondine parte e quando ritorna, quando il gelo dei cuori cade e si rompe, spezzando ogni dubbio. Quando si plasma il fato dei deboli e le virtù dei forti, nell’alba più fredda la luce squarcia la vita. Quando la tempesta rimbomba e sussurra la fine, sospiro ardente del fuoco che cade dal grigio. Quando gli echi del passato guadano la mente e la rivelazione della paura cresce nei cuori dei soli. Quando la turba delle anime volubili cessa, la liberazione invoca la gioia e piange il pallido viso. Quando la penna scrive, indelebile, nella vita e nella morte più di ogni pensiero e macchia l’essere. Quando, e io allora trascenderò.