Falene

Certe notti siamo falene, attratte dalla luce del passato, sbattiamo le ali, per riesumare piacevoli ricordi di persone che erano importanti: è allora che le falene si rendono conto della caducità delle cose, di quanto epoche diverse portino dolori e amori diversi. È in questi momenti che le falene si accorgono del rammarico che si forma dentro la gola, perché si rendono conto che orami sono le uniche testimoni di una storia che nessun altro potrà raccontare, e lì sorge in loro un senso di abbandono e solitudine, circondate dalla memoria che hanno riesumato.

Ballano in un valzer di lacrime e magia, librandosi sempre più in alto, seguite dai fantasmi dei loro passati, echeggiano le memorie dai freddi marmi, dai caldi focolai, dei non detti e  degli straparlati.

È allora che le falene piangendo le ultime lacrime, vengo trascinate verso il terreno, nei prati incolti, in giardini fioriti; per concludere questo rituale di rimembranza, dove ora al mondo non esiste più alcun testimone della loro storia, solo piccoli corpicini inermi di quelle che un tempo erano memorie vive. Piccole fate con oceani nei cuori, alberi nella mente e magia nella vita.

 Queste le falene.