In un piccolo paese di montagna, c’era un affascinante e forte giovane... il suo nome era Gebedia. Gebedia aveva una moglie che lo amava, dei figli che lo ammiravano, perché riusciva a salire in cima alle montagne più alte per raccogliere la legna necessaria a riscaldare le case del villaggio, Gebedia non era solo amato da moglie e figli, ma anche altre viandanti che passavano di là ne rimanevano affascinate, una principessa di un regno oltre la collina, chiese a Gebedia di raggiungerlo nella sua magione, per farsi raccontare di com’era lavorare così duramente per boschi. Gebedia, allettato, si recò presso la magione di quella che fu la sua amante, il giorno dopo una venditrice di spezie, sedotta dal fascino di lui, al mercato, con la scusa di farsi aiutare a prendere dei sacchi decise di sedurre Gebedia, che acconsentii immediatamente. Le voci su Gebedia e la sua capacità di saziare la sete delle persone, si diffuse di paese in paese, finché non giunse all’orecchio anche della moglie che una sera, sedusse il marito, per vedere se il suo fisico fosse stremato delle tanti amanti di cui si vociferava, ma nulla. Gebedia continuava a raccogliere tronchi, studiava per costruire un pozzo al villaggio, e segretamente continuava a convolare con altre esterne. Un giorno Gebedia vide un vecchio con barba lunga e bianca, in cima all’albero più alto della montagna e incuriosito, gli chiese «Vecchio, come puoi star lassù, con questo tempo e con la tua fragilità?» Il vecchio saggio saltò giù, appoggiò una mano sulla spalla di Gebedia e disse: «Come puoi tu Gebedia, fare tante promesse a così tante donne, le donne sono ingorde, e quando non ottengono quello che vogliono spariscono, e tu Gebedia ti stai mettendo nella condizione di promettere troppo a troppe, solo per il piacere di divertirti.» Gebedia adirato col vecchio urlo «Vecchio, tu non sa di cosa parli, ne di chi io sia, le tue male lingue non sono accettate qui, io lavoro duramente per fornire legna e studio per costruire il pozzo, delle amanti non mi curo, e non ne ho!» Il vecchio saggio allora disse: «Figliolo, esistono uomini che mentono alle persone per un proprio tornaconto, e poi esistono uomini che mentono a sé stessi per evitare il proprio tornaconto; io non ti faccio una morale, ti do solo un consiglio, chi bella è, sempre ossessionata dal non invecchiare sarà; chi superficiale è, sempre la sua vita di cose vorrà riempire; chi è goccia, scaverà in ogni pietra e vi farò un lago, che ne darà vita. Io penso che tu stia cercando solo divertimento, giustificandoti per la tua età, e per il tuo aspetto. Ma arriverò un giorno dove non sarai più affascinante e dove diverrai un peso, per chi ti sta vicino, così la vanitosa continuerà a curare sé stessa, la superficiale a comprare cose, e la goccia avrà scavato un lago a forma di te, nel quale farti riposare.» Gebedia non diede peso alle parole del saggio e tornato a casa non vide moglie e figli, una lettera della moglie confessava che non riusciva più a vivere sapendo della derisione delle persone con cui suo marito l’aveva tradita, ed era fuggita con la zattera costruita. Gebedia si ritrovò solo e si fece confortare con la schiera di amanti, che nel corso della sua vita si era creato. Un girono, una delle sue amanti rimase incinta, Gebedia scappo sulla vetta più alta dove il vecchio saggio stava ancora meditando, e gli chiese consiglio, il vecchio saggio rispose: «Gebedia, tu amerai il tuo bambino, ma come tutte le cose, dopo un po’ ti annoierà, ti ritroverai in una relazione che non ti appagherà veramente, nei primi tempi sarai felice, e sarai un buon compagno, ma dopo ti comporterai male perché dovrai dimostrare a te stesso di essere ancora libero; arriverà il giorno in cui dovrai prendere in considerazione le tue responsabilità e allora, diventerai un uomo frustrato perché intrappolato con una nuova moglie e un nuovo figlio, che in realtà non volevi.» Gebedia su tutte le furie sradico un ceppo, inveendo contro il vecchio saggio, ma passarono le stagioni, e una delle amanti di Gebedia rimase incinta, e ancora una volta Gebedia si recò dal vecchio saggio per chiedere consiglio, visto le sue profetizzazioni, ma non trovò traccia di alcuno, solo una voce portata dal vento, che diceva: «Gebedia, un uomo con anche il suo futuro tra le mani compirà sempre le scelte sbagliate perché non capirà mai davvero il valore di una goccia che scava la pietra, sarà sempre ossessionato dalla bella che cura se stessa, e che ha occhi solo per se; dalla superficiale, che riempie i vuoti della sua vita solo per incapacità. E poi ci sei tu Gebedia, avevi ogni possibilità, ogni avvertimento, ma pensavi che ti sarebbe bastato il tempo, ma il tempo non aspetta nessuno, ne me ne te, ora io sono morto, e tu sei un padre che sta per diventare single, perché la tua nuova moglie non si fida, e la colpa è solo tua.» Gebedia una volta accortosi delle parole dello spirito del vecchio, ne fu che investito, guardò dall’alto della vetta e si butto giù, morendo. In paese non si pianse molto per la sua perdita era considerato affascinante, ma una volta morto, non aveva lasciato niente a nessuno, solo il disprezzo delle sue amanti, che si dovettero contare l'un l'altra durante il suo funerale; uscendo di chiesa mai nessuna di loro ritornò a far visita alla sua tomba. Il vecchio saggio una sera si reincarnò in un topolino, e adagiatosi sulla tomba di Gebedia disse «Non hai capito niente da vivo, da morto capirai ancora meno; dovevi semplicemente essere una persona migliore, e non un casino totale, ti ho osservato mentre inventavi scuse alle tue amanti, e alla tua amata, ed è giusto che tu sia morto solo.» La storia di Gebedia finisce così, un uomo che voleva troppo e troppe persone, che è rimasto intrappolato in un rapporto che non voleva, una disperazione tale che lo porto alla morte. E tutto questi perché aveva sottovalutato il potere dell’acqua che ne avrebbe scavato la forma perfetta, ma Gebedia, come tutti gli uomini era limitato, e pensava di essere più furbo, giudizi di valutazione malnati che gli valsero la vita.
Gebedia amava divertirsi: quando la sera scendeva, si trovava coi suoi compagni e faceva festa, trascurando moglie e figli, che per intrattenersi usarono parte del legno per costruire una zattera da usare lungo il ruscello.