Lacrime al Tramonto
Cercavo una mano da afferrare nel buio, consapevole che non l’avrei mai trovata; consapevole che solamente il dubbio e il dolore mi terranno stretta, quando la luce sparirà.
Ho sempre voluto fare grandi cose, perché come la maggior parte delle persone, sono una persona comune con sogni al di fuori del comune; ho sempre pensato che sarei stata l’eccezione a qualche regola e non la regola per qualche eccezione, accezione ironica.
Le persone si rifugiano nelle convinzioni che hanno di se, non scendono nella tana del lupo, troppo paurose di specchiarsi in vastità di realtà pietrificanti; troppo prese dal casino delle loro vite, incuranti del resto, troppo ferite dal silenzio delle loro vite, troppo.
Mi ritrovo a guardare il tramonto, mentre gli ultimi raggi di sole mi accarezzano il viso, ancora un’ultima volta, prima che l’abisso inghiotta ogni forma di me, che il dubbio laceri ogni convinzione.
E che persona sarei se non cercassi di incolpare qualcuno ?
La verità è che posso incolpare solo me stessa, per ogni insuccesso, per ogni mancanza e incuranza; non saprei dire se sono pentita di qualcosa ma, non mi sento più nulla, esisto solo per brevi attimi e vivo ancor meno.
Mentre il buio della notte avvolge ogni lacrima, il dolore lascia spazio a un senso di nostalgia che non concerne esperienze passate, ma che non riesco a spiegare.
Anche nella fine non c’è mai abbastanza tempo; ci sono solo io:
e ora che faccio ?
Ho sempre voluto fare grandi cose, perché come la maggior parte delle persone, sono una persona comune con sogni al di fuori del comune; ho sempre pensato che sarei stata l’eccezione a qualche regola e non la regola per qualche eccezione, accezione ironica.
Le persone si rifugiano nelle convinzioni che hanno di se, non scendono nella tana del lupo, troppo paurose di specchiarsi in vastità di realtà pietrificanti; troppo prese dal casino delle loro vite, incuranti del resto, troppo ferite dal silenzio delle loro vite, troppo.
Mi ritrovo a guardare il tramonto, mentre gli ultimi raggi di sole mi accarezzano il viso, ancora un’ultima volta, prima che l’abisso inghiotta ogni forma di me, che il dubbio laceri ogni convinzione.
E che persona sarei se non cercassi di incolpare qualcuno ?
La verità è che posso incolpare solo me stessa, per ogni insuccesso, per ogni mancanza e incuranza; non saprei dire se sono pentita di qualcosa ma, non mi sento più nulla, esisto solo per brevi attimi e vivo ancor meno.
Mentre il buio della notte avvolge ogni lacrima, il dolore lascia spazio a un senso di nostalgia che non concerne esperienze passate, ma che non riesco a spiegare.
Anche nella fine non c’è mai abbastanza tempo; ci sono solo io:
e ora che faccio ?