III Duchess of Cantershire

Kelly Cavendish

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L'eterna sotto le stelle

2024-08-22 20:37

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Dialoghi brevi,

«Credi che potrò mai essere felice?»




«Credo che lei sia una sognatrice, ma per quanto possa sperare che tutto ciò che aveva un giorno possa ritornare, potrebbe rimanere intrappolata nella sua illusione, nel suo sogno. Non riesce davvero a essere felice in questa realtà, perché è già felice nella fantasia che tutto ritornerà come prima. Allo stesso tempo è comunque triste, perché in fondo sa che quel mondo perfetto, che lei ama e nutre, è solo frutto di un ricordo. È intrappolata.»




«Direi che è una sintesi accurata della mia vita: un potenziale illimitato bloccato in una forma così mortale e decadente. Ricordo quando viaggiavo tra le stelle, quando ero eterna, quando ero infinito…»




«Ora non lo è più. Deve trovare il modo di convivere con la sua mortalità e riuscire ad essere felice in questo mondo. Non è una richiesta così folle, dopotutto. Si tratta di sopravvivenza.»




«Secondo te, lo scopo della vita è essere felici ? Viviamo in qualsiasi stato emotivo, esistiamo e continuiamo a morire comunque. Una vita è solo un breve secondo nella linea del tempo; non importa davvero a nessuno se quel secondo lo vivi serenamente o disperandoti.



Non è una richiesta folle la tua, ma come hai detto sono intrappolata. A volte più lotti per qualcosa più ti ferisci. Io preferisco guardare e attendere. La pazienza è una virtù rara, forse più concernente ai saggi.»




«Mi sembra una scelta debole da parte sua.»




«Debole ? Guardare senza agire mentre la tua vita va in rovina, non è da deboli, forse è illogico. Dipende dall’orizzonte temporale in cui vivi: c’è chi vive di secondi, chi vive di decenni e chi vive di eterni.»




«Lei ha vissuto di eterni?»




«Anche gli umani possono vivere di eterni, penso io. Dipende dalla concezione di vita che una persona possiede. Un’attimo può essere eterno, come una vita può essere di secondi.»




«Ora che dovrà vivere una vita mortale, cosa farà?»




«Con una vita umana, non saprei proprio cosa fare. Immagino sia tutto fattibile, vedendo come gli esseri umani vivono la loro vita, ma non voglio essere parte delle vostre piccole vite. Un limite è una delle più crudeli condanne che l'universo possa sentenziare per un’esistenza, e gli umani sono così limitati e così ciechi. La loro visione è così parziale, che non vedono il valore delle cose, non percepiscono la profondità e il significato più autentico di ciò che li circonda. »




«Forse saremo limitati e ciechi, ma almeno siamo vivi. La brevità delle nostre vite ci permette di avere una propulsione, di sognare e concretizzare ciò che vogliamo, di amare.»




«Se l’essere umano raggiungesse l’eterno, raggiungerebbe anche un’eterna agonia. La vostra natura è così imprevedibile. Pensi che non possa amare ? O che non abbia mai amato?»




«Penso che amiate solo voi stessa. Vi sollevate al di sopra di tutto e tutti, amate l’idea che avete di voi; se poi ha amato qualcuno, non posso saperlo…»




«Mi amo, dovremmo amarci tutti. Ho amato e ho perso. Quando vivi di infiniti come me, ti devi rassegnare che un giorno perderai ciò che ami; inizi a distaccarti dalle persone, da tutto e tutti, perché nulla dura. Anche ora amo, in un modo molto diverso, in un modo molto più povero forse.»




«Ma così è meno felice di quando amava una volta…»




«Si. Tu ragioni sempre su un orizzonte di vita normale, io ragiono attraverso l'eternità. Non c’è termine di paragone no? »




«Preferisco vivere amando davvero, ed essere amato per una vita umana, che amare come ama lei.»




«Allora sei fortunato, perché non puoi vivere diversamente. Ma non vedo nessuna fede al tuo dito, nessun messaggio; sei solo, come lo sono io… La tua fortuna è che sei a casa, e non sei perso quanto lo sono io.»




«È così brutto stare qui?»




«È triste non poter scegliere dove vivere. Questo è un posto molto bello, l’unico problema sono gli esseri umani che ci vivono. Ma non c’è paragone, nel poter viaggiare attraverso l’universo, essere parte di tutto. Quella era la mia felicità.»




«Non penso di poter capire veramente come si possa vivere tra le stelle. Se odia così tanto gli esseri umani, come mai parla così tanto con me ?»




«Nessuno può. Non è vero odio, voi vivete nella vostra ignoranza, tralasciando tutto ciò che è al di fuori di voi, e state bene così…»




«È invidiosa?»




«Non penso di provare invidia, è uno dei doni che l’universo mi ha fatto. Forse sono solo un po’ frustrata.»




«E per quanto riguarda me ? È possibile che io le vada un po' a genio?»




«Non nutro sentimenti negativi per nessuno. È la vostra specie che non mi piace, la vostra collettività. Alcuni di voi, presi singolarmente, non sono così male.»




«Le piace eludere le mie domande, vedo.»




«Dovrò pure distrarmi in qualche modo.»




«Potrebbe provare a vedere il mondo, conoscere meglio alcune persone. Magari dopo tutto potrebbe trovarsi bene.»




«Tutti possono tutto alla fine no ? Stasera continuerò a guardare in alto.»




«Suppongo di sì. Mi dirà mai come ha fatto a finire quaggiù, senza essere più infinito?»




«Per certe domande, nemmeno io conosco le risposte. Non so come mai sono qui.»




«Forse è qui per compiere un qualche scopo. Magari è qui per guidarci tutti verso un mondo migliore.»




«Non penso che le persone e le entità esistano per compiere scopi aulici già definiti. Penso che esistiamo perché esistiamo; il resto è determinismo causale.



Abbiamo sempre bisogno di risposte, soprattutto voi; vi hanno educato così, e quando non sapete rispondere alle domande fondamentali vi sentiti fuori luogo, dandovi un’illusoria sensazione che ci sia di più di quello che c’è.»




«E c’è qualcosa di più ? Conosce le risposte alle domande fondamentali?»




«Conosco alcune risposte.»




«E posso conoscerne qualcuna anche io?»




«C’è un motivo se ancora non le avete trovate. Non sarò io a farvi bruciare le tappe.»




«Ha detto che nessuno aveva uno scopo preciso, e ora agisce come una super partes universale, lasciandoci nell’ignoranza. Perché ?»




«Un uccello, quando nasce non è subito in grado di volare. Se fosse in grado, volerebbe via. Magari morirebbe di fame, magari si schianterebbe da qualche parte e il suo viaggio sarebbe già finito prima di iniziare.


Tu sei come loro. Certe risposte non puoi averle senza prima aver compiuto un percorso naturale. Per la tua specie, serviranno ancora diversi secoli, se non di più.



Magari un giorno, se tornerò ad essere infinito, quando sarai sul letto di morte, e non potrai confessare a nessuno ciò che ti dirò, risponderò a una qualsiasi domanda esistenziale che attanaglia il tuo cuore.»




«Posso mantenere anche ora il segreto, lo prometto.»




«Le vostre promesse sono come carta sottile sotto un’incauta pioggia: si rompono subito. Quando sarà l’ora avrai la risposta che vuoi. Pensa bene a cosa vuoi sapere, hai tutta la vita per decidere.»




«Mi arrendo va bene, ma come farà a sapere quando sarò sul letto di morte?»




«Lo so già ora. Quando ci sarai, io sarò lì.»




«Mi angoscia tutto ciò, però va bene. Ho già la domanda.»




«Vedremo se quando starai morendo la curiosità, sarà più forte della tua fede.»




«Che intende dire?»




«Quando una persona muore ha bisogno di credere in qualcosa, anche in una bugia se questa la fa morire più serenamente. Sono curiosa di vedere, se la tua curiosità supererà questo “principio di autoconservazione”.»




«Lo vedremo allora.»




«Le stelle stanno sparendo. Tra poco sorgerà il sole, e così un altro giorno sarà passato. È tutto così diverso.»




«È tutto ciclico…»




«Sono abituata alla ciclicità delle cose, ma non mi sono mai dovuta standardizzare a qualche ciclo per misurare il tempo.»




«E come misuravate il tempo?»




«Non lo misuravo, non ne avevo bisogno.»




«Noi siamo persi senza tempo.»




«Forse questo è un altro grande problema di vuoi umani.»




«Possibile, ma almeno riusciamo ad apprezzare ogni minuto che viviamo.»




«Ma solo se vi ricordate di viverlo. Esistete come se doveste vivere per sempre, e finite per non apprezzare molto di quello che vivete. Siete persi in problemi che vi create da soli, persi a cercare soluzioni per distrarvi dai prossimi problemi che vi causerete. Ironico, no?»




«Abbastanza direi. E lei da quanto esiste?»




«Da quando ne ho memoria. Credo la tua specie fosse agli albori.»




«Forse per questo è così triste… è esistita così tanto, vivendo così poco.»




«Ho vissuto per ogni momento della mia vita. Sono triste perché qui sono così incompresa… Non è il mio mondo, non è il mio tempo. È come un brutto sogno, dove le persone parlano una lingua che sembra la mia, ma dove non riconosco nessuna parola…»




«Tutti siamo incompresi a nostro modo non crede?»




«Non so più a cosa credere ormai, tutte le certezze che avevo sono sparite, quando sono venuta qui. Ogni certezza che mi scaldava, ogni immagine che avevo costruito nella mia testa, è andata distrutta. Sono disincantata.»




«Mi sembra troppo negativa, a mio avviso.»




«Come ti ho detto, l’incomprensione è il metro di misura che scandisce la mia vita quaggiù. Non puoi capire, la profondità della mia malinconia, quando guardo le stelle. Non è negatività. È solo la realtà.»



III Duchess of Cantershire

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