I tuoi dolori, le tue angosce e le tue paure erano anche le mie, ma la mia sofferenza restava solo mia. E anche se la condividevo, nessuno se ne prendeva cura. Allora smisi di farlo, la custodii come un avere prezioso, e come tutte le cose preziose, avevo paura di perderla. Ormai era l’unica cosa che mi rimaneva, un solco profondo nell’anima, era l’unica prova tangibile che un’anima l’avessi ancora, ogni lacrima era testimone delle emozioni che avevo provato. Ma se qualcuno mi avesse mai chiesto « Sei felice o ti senti viva ? » Non avrei potuto dare prove tangibili, né plausibili o anche solo una qualche ipotesi estrema, del fatto che lo fossi. Lacrime pesanti hanno scavato fiumi sul mio viso triste, mentre la malinconia ha tinto di vuoto il colore dei miei occhi, e ogni qualvolta chiamassi per chiedere aiuto, le parole mi morivano in gola, e io con esse. Ma non esiste morte più brutta di quando rimani in vita, senza più vivere. A volte la vita è come una fitta nebbia nel bosco, ti fa perdere e non ti fa cogliere la bellezza delle cose, e io ero persa, e mi ritrovavo solo quando mi guardavo dentro, perché sapevo di trovare quello che stavo cercando. Ma quando lo cercavo nel mondo, i miei occhi scorgevano solo l’assenza, sono diventata la mia stessa luce, perché non ho trovato altre luci all’infuori di me, solo tanto buio e ne avevo paura e ne soffrivo.