Sconforto vitae
Lo sconforto è il sentimento che la maggior parte delle persone mi fa provare: la povertà mentale, i contenuti vuoti che professate come se fossero realtà indissolubili, i continui vuoti esistenziali che avete nella monotonia che scandisce le vostre vite… così avvelenate dalla pusillanimità, dalla stoltezza e dal materialismo; dalla necessità di essere popolari, per colmare quel grande senso di abbandono che ha definito delle vite così piccole e insignificanti, così bisognose di esterne approvazioni, per solidificare l’idealizzazione della vostra persona.
Personalità composte da complessi edificati su insicurezze, delle quali non avete coscienza, per la troppa paura di specchiarvi nell’interno della vostra intimità, e scoprirvi lande desolate di nulla, solo una parvenza di umanità, nutrita da una deformità perversa, quale natura di una superficialità, di un vissuto tristemente comune a molti, e da molti ignorato e usato come base di un rapporto di comunione, tale per cui l’ignoranza genera altra ignoranza, in un ciclo autodistruttivo.
Non c’è evoluzione, non c’è analisi del comportamento passato, che possa modificare quello futuro, solo premonizioni di piccole menti che delle loro vite concretizzeranno molto di nulla, per poi, un giorno, se graziate dal dono dell’autoconsapevolezza, si renderanno conto, di aver lasciato dietro di se solo orme sulla sabbia, destinate ad essere cancellate brevemente, da una piccola increspatura, che laverà via ogni bassezza, denudando così la fragilità stessa della loro essenza.