Bivio

Sono sola, incompresa, invisibile e così sottile, un foglio di carta pressato troppe volte, sull’orlo della rovina.
Sono alla deriva persa in una terra dove non ci sono più ideali, sogni o divenire, resa schiava dalle mie dipendenze, svuotata: una statua di gesso pronta a sgretolarsi sul proprio peso.
Non ho la forza, per fermare lo sfacelo che le mie, operose, mani hanno dato luogo, non possiedo nemmeno un secondo per poter dar voce all’istinto interiore, che ricerca vie di fuga, l’autoconservazione.
Perdo sempre più umanità, trasformandomi in qualcosa di malato, che si nutre sempre più di oscurità e miseria.
Mi sento come se avessi la capacità di poter viaggiare nel tempo, nel futuro, e sono spaventata da quello che vedo, l’annullamento di tutta una vita, il completarsi di questo processo autodistruttivo, avviato senza motivi, che ormai non si arresta più.
Sono così piccola tra queste mura, anche l’aria che respiro diventa sempre più rarefatta, boccheggio sempre più, cercando di non sprofondare nel buio più profondo del mio essere.
Sono ferma su questo bivio da troppo tempo, e non riesco più a scegliere quale strada prendere, ma intanto la mia vita continua a bruciare.