Dialogo Lily - Herik

«Ma non ti stanchi mai ? Di usare un cucchiaino per il tè, la forchetta da insalata per l’insalata, di vivere come vivi, conformata a regole del passato, così chiusa dentro te stessa ? Ma cosa diavolo ti è successo negli ultimi anni ?»
Lily sorpresa per tale, inaspettata, affermazione, un attacco alla sua persona, sospirando con tono pacato rispose:
«È solo un ciclo naturale no ? Le persone crescono, invecchiano e cambiano, diventano meno sognatrici, e si agiano con quello che hanno, ha un che di liberatorio, eliminare la frenesia, l’incertezza che il domani porta.»
Herik, non era convinto di quello che Lily diceva, le pareva superficiale, come se non volesse aprirsi, e con fare insistente rispose:
«Io ti conosco, tu non sei una che ama il conformismo, questa quotidianità borghese così noiosa, tu ti sei arresa, e non sei mai stata una che si arrendeva, mi dispiace per te…»
Lily esplose, quel "mi spiace per te..." l'aveva urtata non poco, era sopraffatta dal nervoso, quel suo amico era venuto in casa sua per offenderla gratuitamente, avrebbe pensato questo, se avesse avuto più tempo per pensarci, ma le parole uscirono, in fretta e furia, seccatamente:
«E va bene, forse mi sono arresa, forse ho smesso di lottare, ho smesso di cercare qualcosa di più nel mondo, perché quello che voglio non esiste, a volte ti devi anche arrendere per vincere, ci hai mai pensato, ma certo che no, tu sfuggi alle tue responsabilità, e vieni a farmi discorsi paternalisti, perché non trovi un equilibrio tuo, e non lo troverai mai, e vuoi che tutti quelli che hai intorno, falliscano e si rovinino per crogiolarti nella tranquillità che non sei il solo, beh io non sono così, e a me, dispiace per te, forse se anche tu nella tua vita avessi avuto più giudizio e criterio, non saresti poi il fallito girovago che sei ora.»
«Fottiti….» Rispose lui con tono rabbioso, seccato come se le sue parole l’avessero colpito profondamente nell’orgoglio, perché sapeva essere vere.
Lei con tono malinconico, rassegnata, spostando una tenda del salotto, per scrutare cose succedeva di fuori in giardino replico amaramente:
«Non preoccuparti mi sono già fottuta tempo fa, ora preferisco stare qui, a contemplare la solitudine, e sognare la vita, perché sono consapevole, che non posso fare altro, ma tu forse si, dovresti darti una metrica diversa, riflettici prima di perderti via in una nuova città.»