Ego sum lux mundi, via et veritas

Vedo un mondo pieno di gente vuota, superficiale, senza valori, senza morale e l’unica cosa che muove questo mondo schernito dalla scrausità è la capacità delle persone di illudersi che tutto vada per il verso giusto, che i loro sogni diventeranno realtà; l’unica cosa che sorregge questo fragile castello di carta è solo la cecità delle persone, la loro pusillanime incapacità di vedere dove iniziano i problemi e dove ne finiscono le conseguenze.

Mi schernisce e mi atterrisce prendere coscienza di questa realtà così cruda, ancora una volta a cercare di fare da testimone a cercare di sussurrare, inutilmente, all’anima delle persone, a cercare di allenare un senso critico oggettivo per gli abomini che ogni giorno compiamo, quale espressione di una società sempre più malata e disfunzionale, ormai basata sull’ipocrisia, sul disfattismo, sul conformismo sociale, così aspramente da me criticato, quale fonte di una totale debolezza nell’animo umano.

Ma cosa può fare una singola persona, quando l’unica cosa che brandisce, per spegnere un incendio che sta bruciando il mondo intero è un secchio d’acqua, e una voce che è troppo sottile per essere ascoltata.

Siamo una specie con un potenziale così elevato, ma siamo così persi nella futilità più comune, dove oggetti hanno più valore delle persone, dove il desiderio di conquistare un pezzo di terra ha più diritti della vita di una singola persona, dove le differenze hanno più peso su ciò che si può avere in comune, dove non si palesa nemmeno più nessuna dicotomia, perché la morale è morta, e ciò che importa è servire falsi Dèi che hanno più concretezza della rettitudine e dell’integrità.
È un mondo dove la superficialità chiama la superficialità, il vuoto chiama il vuoto, e la profondità non chiama nessuno perché è rimasta sola.

Ho visto e sono stata vittima, e amaramente anche artefice a volte, di tante cose aberranti nella mia vita, che hanno provocato in me così tanto dolore e sofferenza, frustrazione, nello scrutare il vuoto nelle persone, nel vedere l’indifferenza delle persone ai problemi che affliggono questo geoide che chiamiamo casa, ma che non è assolutamente un luogo di amore o di pace: è sempre stato un mondo illusorio, perché l’illusione ha sempre avuto vita facile, ha sempre confortato le persone, ingravidando nelle loro menti la distorsione dalla realtà, e una volta partorita questa visione errata del mondo, non ci siamo fermati a guardare la nostra progenie fallace, cercando di rimbeccarla per farla tornare sana, l’abbiamo lasciata cadere più e più volte, facendo finta che non fosse successo, per non ammettere a noi stessi che siamo cattivi genitori, che siamo troppo ignoranti per sapere cosa fare; abbiamo soffocato così tanto la natura di un pensiero, che ora non siamo più in grado di riconoscere la verità.

Continuando di questo passo dove finiranno i valori, le persone e i nostri sogni ? Siamo governati dalla ricerca della popolarità o del soldo, dalla ricerca di un amore che non può dirsi tale, perché abbiamo snaturato il concetto di amore, basandolo più su artifici carnali, ignorando i sentimenti perché non siamo in grado di riconoscerli, non siamo in grado di gestirli, e spesso sono l’origine di atti criminosi, l’odio per ciò che amavamo, perché abbiamo costruito sopra di esso le fondamenta della nostra felicità, e quando queste fondamenta, che non avrebbero mai dovuto essere costruite sull’amore, vengono meno è come se ci strappassero dal petto la nostra felicità e allora nasce nella testa di persone malate, un intento vendicativo, che mai dovrebbe scaturire, a prescindere, perché se si avesse la capacità di riuscire a comprendersi, nella propria solitudine, ci si renderebbe conto di quanto sia importante costruire la nostra felicità su noi stessi, e poi ampliarla, con qualcuno che come noi, sappia cosa significhi gestire le proprie emozioni che sappia cosa sia l’amore sano.

Lo stesso discorso si può traslare sulla radice dell’intellettualità, non ricerchiamo il sapere e la conoscenza, non siamo curiosi per i fenomeni e i fatti che riguardano il mondo, ciò che ci circonda, siamo vittima del pettegolezzo e del pregiudizio, quale agire da persone più ignoranti, perché spendere tempo per comprendere fenomeni e macchinazioni intelligibili, quando ci si può crogiolare nella bambagia e nell’ignoranza, quando è più semplice e comodo, distrarsi e far marcire il nostro cervello, che tanto può darci e tanto può creare, se solo gli dessimo lo spazio per respirare, se solo potessimo lasciare tutte le futilità che avviliscono la nostra vita, scopriremmo una qualche sorta di rinascita, e forse potremmo trovare le risposte che tanto annosamente cerchiamo, colmare quel eterno senso di incomprensione che sentiamo ogni tanto nelle nostre vite, forse rispondere a quella domanda che ogni tanto ci pungola il cervello “E ora che faccio della mia vita ?” Cosa possiamo aspettarci se noi siamo i primi a seppellire sotto il terriccio fresco nel bosco il cadavere della nostra curiosità più genuina ?

A volte penso che il mondo, inteso come le persone che lo popolano, siano più perse dei nostri predecessori e antenati, loro erano guidati dalla ricerca del sapere, seppur abbiano agito, come accade oggi, con intenti belligeranti, molto spesso, e senza coscienza, per paura di dover ridiscutere le loro credenze, ma si può quasi dire che forse fossero giustificati dalla limitatezza delle loro epoche, ma ad oggi quante persone potrebbero accendere la luce dell’intelligenza, invece che lasciarla nel buio, nel lasciare nell’ombra la curiosità, il cercare di costruire un mondo migliore, non in funzione di un’utopia, ma nel proprio piccolo.

Se una tessera del domino ne smuovesse una, che poi ne smuovesse un’altra, e così via, fino a smuovere tessere sempre più grandi, si darebbe vita a un effetto domino da 9 miliardi di persone, e se potessimo guardarlo da lontano, vedremmo uno dei quadri in bianco e nero, più grande dell’universo, dove la spinta propulsiva di un ecosistema, che non cerca più un equilibrio in un ambiente tossico, ma che ricerca un equilibrio nel senso più aulico dell’essere umano, finalmente potremmo chiamarci come una famiglia e una casa, e tutte le tessere del domino che ora cadono in modo scoordinato, come se un terremoto le smuovesse, finalmente potrebbero forse cessare di cadere vittime della casualità.

Vedo così tanto ciò che potremmo essere come specie, e vedo così bene come siamo, e questa è una parte della mia sofferenza e della mia eterna infelicità, perché una delle cose che più mi causa frustrazione al mondo è vedere il potenziale sprecarsi in favore della stupidità e dell’insussistenza.

Vedo un mondo sgretolarsi sotto il proprio peso divorato da tutto ciò che è espressione della natura umana, quasi fossimo noi stessi il nemico più pericoloso che avessimo, e forse è proprio così, la nostra natura disfattista e autodistruttiva ci porterà sempre in una tenebra più oscura e poi dentro una luce più confortante, sempre ammesso che la tenebra in cui stiamo vivendo non sia così fitta da non farci più ritrovare la luce.

La Luce su tutte le cose è ciò che ho sempre bramato, la libertà, l’evoluzione e il sapere, ma tutte le luci che ho acceso hanno solo rivelato quanti mostri si nascondo nel buio, quanti mostri ci stanno divorando silenziosamente a nostra insaputa, ma se non si accendono queste luci si finirà solamente per erodersi al nulla senza nemmeno averne coscienza.