Felicità, realtà o finzione ?
Emerge un pensiero malnato, quel senso di abbandono che provi la notte, quell’amaro che si forma nella gola, la consapevolezza che sei sola al mondo, che nessuno potrà mai capire quello che provi davvero; la finzione delle persone che ti diranno che loro lo sanno, ma ti accorgi subito che non si rendono conto di cosa parlano, che il loro sapere è finito come il resto della loro vita.
Passiamo la vita a fuggire dal dolore, dalla tristezza, come mai io la accolgo senza premurarmi delle conseguenze che porta ?
Ho sempre pensato di essere una persona felice, ho pensato che il dolore fosse temporaneo, eppure, ho sempre avuto la sensazione di questa disputa subconscia tra la mia parte felice, e la mia parte triste, che io abbia vissuto nella finzione di una felicità che alla fine non era nulla di tangibile ? Posso essere stata così cieca difronte al mio dolore ? Difronte a quella che sono ?
A volte ci poniamo le domande sbagliate, per paura di rispondere a quelle giuste, sappiamo già la risposta, ma la ignoriamo, per paura di dover accettare una parte di noi che non vogliamo, che ripudiamo, senza capire che così facendo stiamo prendendo solo le distanze dalla consapevolezza di chi siamo.
Mi sono sempre posta domande scomode, ricerco la verità in ogni cosa, me stessa in primis, e mi sono sempre risposta in modo sincero e autoconsapevole, ma ora non so cosa rispondere…
Ho passato la mia vita in una continua lotta tra l’essere veramente felice o l’ho solo immaginato per non accettare l’infelicità che mi avvolge ?