Fili d’orrore

Per ogni tuo silenzio, ho dato vita a un incubo, a una perturbazione di ciò che è il male, ho profanato l’innocenza del tempo, cosicché potessi vedere coi tuoi occhi il sangue tingere un sapore di morte ogni cosa il tuo destino potrà mai incrociare.

Per ogni tuo respiro ho mosso battaglia, con l’imbrunire della sera ho sussurrato alle tenebre di cullare il tuo sonno, perché tu non possa trovare pace in qualsiasi mondo che ti possa creare o nel quale possa rifugiarti.

Non ho scordato i segni che il male ha inciso nel mio profondo, quando l’inverno sovrastò la mia vita, quella notte quando il dolore obnubilò ogni sorriso d’innocenza, zittii il rumore e capii cos’è davvero la disperazione.

Ho provato a emergere fuori dal oceano di miseria in cui ero naufragata, ma c’era troppo silenzio, il caos che prima sembrava l’inferno era una casa sicura, in cui non avrei più fatto ritorno.

Ancora si tessono i fili dell’orrore, per vestire di morte una fievole luce, che di ghiaccio brilla e di vuoti si riempie.