Il senso della trascendenza

Ho sempre pensato l’amore trascendesse tutto, perché la trascendenza è un ideale che ho reso mio, è qualcosa di molto più profondo di quanto si possa pensare, ed è quasi un’arte che ho voluto coltivare.
Trascendere significa snaturare l’oggetto di quello che si sta studiando, significa spogliare di ogni ornamento, di ogni addobbo, di ogni futilità e superficialità; qualcosa per arrivare alla ragione più pura di qualsiasi cosa.
Trascendere non è quasi mai un agire umano, perché ci piace vestire di significati fittizi le cose che proviamo, che vogliamo, che vediamo che hanno vita e esistenza tutte intorno a noi.
Ma io preferisco trascendere ogni cosa, scardinare e buttare giù ogni colonna del tempio, perché che cos’è il tempio se non un artificio umano per tenere celata a noi stessi, la verità più intima e profonda.

Per questo mi diverte dire che ho quasi sempre ragione, perché snaturo le fattezze velleitarie che rivestono tutta la realtà che esiste, e questo mi da la possibilità di filtrare le cose in modo più prossimo alla verità più pura; a volte sbaglio perché sono umana, perché sono comunque limitata nel mio agire, perché a volte sono così intrappolata dalla dinamica, che non riesco ad estraniarmi, ma quando finalmente riesco a dissociarmi e vedere le cose per la pura natura che le caratterizza, divento serafica, perché nulla importa più: la sofferenza o la felicità, le aspettative o le disillusioni; posso guardare quel grande quadro che è la vita, che è quel segmento temporale, e vedere effettivamente le cose per come sono, e si può lasciarsi abbattere perché la realtà è quella che è ? Si può rimanere offesi, perché il tempo è stato imparziale comunque ?
Io credo di no, non per me, non per quello che voglio, ho bramato la libertà e la realtà, la verità mi ha resa sempre libera, mi ha resa consapevole e mi ha resa limitatamente illimitata, e non c’è sofferenza nel poter scorrazzare libera nella vita, anche senza avere  la certezza di agire per il giusto, per le giuste ragioni, ma di agire sulla base di ciò che è vero.

Sono piena della vita, sempre e oltre il dolore c’è un’isola fertile più grande di cui posso nutrirmi e dove posso dare l’opportunità a me stessa di mettermi alla prova sulla base di ciò che ho vissuto e realizzato sull’isola precedente, ne sono emozionata, perché vivo per l’amore del sapere, perché vivo per scoprire e scoprirmi ma soprattutto vivo per anelare alla libertà, alla serenità e al diventare quercia testimone del tempo; a diventare risorsa, per essere confronto e per, chissà, magari un giorno essere sapiente e gentile.

Ho trasceso ancora qualcosa, mettendo da parte il dolore, l’amore e ogni emozione, e ho scoperto ancora qualcosa, che mi ha illuminata, la semplice realtà che non conta nulla di fronte al tempo, di fronte alla vita, facciamo un torto solo a noi stessi, ad essere vincolati per l’altrui agire umano, perciò, ancora una volta, mi spoglio di ogni carico emotivo, di ogni dolore; perché ho scelto, di agire sulla verità che mi si è palesata sugli occhi, e ho scelto di essere libera e felice ancora una volta; perché tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che ha valore è solo il tempo che possediamo, e non voglio vivere nella desolazione, nel dubbio o nei poteva o potrebbe essere, voglio vivere nel “io sono”, nel “io faccio”, nel “io vivo”, nel tendere alla realizzazione personale, voglio godermi questa vita meravigliosa perché ne abbiamo solo una.