Meccanismo esistenziale

I giorni che hai sono un dono troppo benevolo, di un universo incurante della tua stessa esistenza, perché non è un mondo eticamente giusto, essendo un artificio umano, l’unica uguaglianza risiede nelle leggi dell’universo, leggi perfette che agiscono su tutti noi, allo stesso tempo e allo stesso modo.
Il mondo non è nulla se non un grande orologio, imperfetto, sempre in ritardo, dove ogni ingranaggio vorrebbe prevaricarne un altro, ancora e ancora, per un’illusoria necessità, che interrogata, nessuna risposta trova.
Non c’è coscienza più grande, nessuna rivelazione viene palesata, solo un chiassoso continuo che sovrasta ogni pensiero, la natura schiavista dell’illusione di libertà: schiavi del tempo, della morte e altro, che subconscio sa, ma non può dirci, per la nostra incapacità di accettare la verità.
Essa ci atterrisce una volta che siamo illuminati, la rinneghiamo e cerchiamo di seppellirla, più in fretta possibile e più profondamente che possiamo, tremiamo e ci disperiamo, incapaci di evolvere dalla nostra stessa natura, un male che più penetra nell’intimità esistenziale, più ci sorride e distrae.
Siamo così ciechi, esistenzialmente così soli, compensiamo ogni nostro male, vivendo vite vuote, siamo persi in ideali e volontà così artificiose, che ci lasciamo sfuggire la pienezza della vita stessa.
Viviamo una bugia, in un mondo di bugie che ormai la stessa verità è per noi una bugia e la bugia una verità, per questo la rinneghiamo, dovremmo ridiscutere ogni nostro agire e accettare che forse non siamo chi pensiamo di essere, dissolvendo una trama più fitta di quanto la nostra capacità di comprensione possa fare.